Biografia completa

1900-1928
Leone Lodi nasce a Soresina (Cremona) il 14 ottobre del 1900 da una famiglia di artigiani del marmo. Trascorre parte dell’infanzia in Svizzera nel Canton Ticino, paese d’origine della madre e all’età di nove anni viene affidato dai genitori ad alcuni cugini di Soresina per essere avviato al mestiere di marmista. Nel 1914 si trasferisce a Milano dove, dopo una prima occupazione come scalpellino, inizia a farsi conoscere lavorando come esecutore di decorazioni di ornato architettonico e riproduttore negli studi di importanti scultori quali Adolfo Wildt. Il riferimento al linguaggio wildtiano emerge infatti in alcuni disegni e opere giovanili come Testa di giovinetto.
Dal 1919 al 1926 segue i corsi serali dell’Accademia di Brera e quelli della Scuola Superiore di Arti applicate del Castello Sforzesco con Angelo Colombo, Eugenio Pellini e Alfredo Sassi. Nel 1926 partecipa al Pensionato Sarfatti con l’opera Figura muliebre e nel 1928 ai Concorsi di Brera per il Premio Fumagalli, ricevendo una segnalazione per Nudo di donna.

1929-1932
L’avvicinamento al movimento del Novecento italiano, già ravvisabile nelle opere degli anni Venti, sfocia alla fine del decennio nella partecipazione, con il ritratto dell’architetto Agnoldomenico Pica, alla seconda mostra del gruppo allestita al Palazzo della Permanente di Milano.
A cavallo tra gli anni Venti e Trenta avvia un’intensa attività monumentale, che avrà grande peso all’interno della sua produzione: partecipa a pubblici concorsi e realizza sculture destinate a decorare le facciate di palazzi situati nel centro di Milano, tra cui il Palazzo della Società Adamello di via Caradosso e il Palazzo della Borsa, progettato da Paolo Mezzanotte. Dal 1932 insegna Scultura Decorativa presso la Scuola Superiore di Arti Applicate al Castello Sforzesco e viene chiamato a far parte di giurie e commissioni di mostre. Nello stesso anno vince il secondo premio al Concorso della Fondazione Artistica Antonio Tantardini con il gesso Donna che dorme.

1933-1935

Nel 1933 partecipa alla V Triennale di Milano, che si apre in maggio nel nuovo Palazzo dell’Arte di Muzio, con numerosi interventi tra cui l’altorilievo in alabastro Il dono, per il quale riceve il Diploma di Medaglia d’Oro, collocato nella Saletta degli orafi progettata dall’architetto Pica, L’acquaiolo, destinato alla base di uno dei sei archi liberi disegnati da Mario Sironi verso il parco, Lo studio dell’arte, posto all’ingresso del Padiglione delle Scuole d’Arte e Donna seduta, realizzata su disegno di Sironi per la fontana dell’Impluvium.
In questi anni è molto attivo anche nell’ambito della scultura sacra e cimiteriale: stringe un forte rapporto di collaborazione con don Angelo Portaluppi, parroco della chiesa di Santa Maria del Suffragio a Milano, che proseguirà fino all’inizio degli anni Cinquanta e realizza molte sculture per monumenti funebri dei Cimiteri Monumentale e Maggiore di Milano, tra cui Buon Pastore (1933) e Angelo della Resurrezione (1934) per le tombe Locatelli e Vitagliano progettate da Pica e Cristo (1939) per l’Edicola Ferretti.

1936-1942
Nel 1936 viene invitato a partecipare alla VI Triennale di Milano: realizza un rilievo in cemento per l’ingresso del nuovo padiglione nel Parco di Giuseppe Pagano, la scultura Orfeo e un rilievo in gesso colorato per due stanze di soggiorno esposte alla Mostra dell’arredamento, progettate rispettivamente dagli architetti Pica e Osvaldo Borsani. Al 1937 risale l’importante commissione di un rilievo di grandi dimensioni (L’Italia costruttrice) per il padiglione italiano all’Esposizione Internazionale di Parigi, che gli varrà l’attribuzione della Medaglia d’Argento. Nello stesso anno si sposa con Teresa Cenni nella chiesa della S.S. Trinità di Milano.
Al periodo 1937-1940 risalgono numerosi interventi monumentali, tra cui il bassorilievo per la sede del Gruppo Fabio Filzi progettata da Eugenio Faludi, i gruppi per la Snia Viscosa di Torre di Zuino commissionati da Franco Marinotti, i rilievi per il Palazzo di Giustizia di Piacentini, quelli per la casa Littoria e la Fontana di Porta Nuova a Bergamo progettate dall’architetto Alziro Bergonzo e le opere per la nuova sede dell’Università Bocconi di Giuseppe Pagano. Nel 1940 partecipa alla Mostra di Arte Sacra della VII Triennale con una Campana istoriata.

1943-1951
Nel 1943, dopo che i bombardamenti hanno distrutto il suo studio di via Copernico e molte delle opere in esso conservate, decide di ritornare nella città natale Soresina, dove nascono le figlie Serena e Daniela. I rapporti lavorativi con il capoluogo lombardo tuttavia non si interrompono dopo il suo trasferimento. Lodi infatti, oltre a ricevere numerose commissioni per opere cimiteriali, realizza nel 1949 una serie di sculture per il Teatro Manzoni e nella prima metà degli anni ’50 alcuni rilievi per due palazzi delle Assicurazioni Generali.
Nella sua città natale diviene punto di riferimento per gli artisti della zona e organizza mostre e iniziative culturali come la Prima mostra d’arte moderna di Soresina del 1949. Nel dopoguerra l’artista si dedica intensamente alla produzione di ambito sacro con opere quali Madonna di Caravaggio, realizzata per la Chiesa di Santa Maria del Boschetto di Soresina nel 1947, ma anche alla ricerca su temi più intimi e privati, spesso ispirati alla mitologia classica, come testimonia l’intensa Venere del 1946 in marmo patinato.

1952-1974
Nel 1952 presenta la sua produzione pittorica, che ha sempre affiancato la principale attività di scultore, alla Galleria Barbaroux di Milano, mentre nel 1957 espone, insieme ai pittori Aldo Malerba e Adalberto Marengo, alla Galleria d’arte di Corso Matteotti a Crema.
Il primo maggio del 1958 viene inaugurato il Monumento ai Caduti per la Libertà di Soresina, realizzato dallo scultore nelle forme classiche di un eroe che uccide un centauro e qualche mese più tardi il Monumento ai Caduti di guerra di Grumello Cremonese. L’anno successivo Lodi dona alla sua città una scultura raffigurante un giovane atleta, che viene destinata alla Sala consiliare del Municipio (poi ricollocata nell’atrio del Teatro Sociale).
Negli anni Sessanta l’artista prosegue senza interruzioni l’attività monumentale con opere di tema civile e religioso, come i monumenti ai caduti di Pizzighettone e San Bassano, il progetto della facciata del Cimitero di Soresina e il gruppo scultoreo raffigurante La fratellanza dei popoli (1962) commissionato dalla Snia Viscosa per essere donato all’Allied Chemical Corporation di Columbia negli Stati Uniti, il cui gesso preparatorio è oggi conservato nel Museo Civico Ala Ponzone di Cremona. Anche gli anni Settanta lo vedono impegnato in progetti di destinazione civile come il Monumento ai caduti di Madignano, che verrà inaugurato dopo la sua scomparsa avvenuta il 13 settembre del 1974.